18 giugno 2013 CAMBIA LA VITA NEL CONDOMINIO UNISCITI A NOI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI CONDOMINI

18 giugno 2013 CAMBIA LA VITA NEL CONDOMINIO UNISCITI A NOI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI CONDOMINI

giovedì 25 settembre 2014

TASI per inquilini in affitto, dove e come si paga

La mappa delle quote comunali TASI a carico di inquilini in affitto, regole di applicazione delle aliquote 2014 e responsabilità in solido tra coinquilini, non con il proprietario.

TASI Roma
Fra i contribuenti che subiscono un rincaro fiscale con l’introduzione della TASI ci sono gli inquilini (famiglie, uffici, capannoni, negozi…), ai quali per la prima volta viene applicata una tassa sugli immobili: se l’IMU è dovuta solo dai proprietari, la  lo anche da chi è in affitto, in autonoma responsabilità: l’inquilino deve dunque procurarsi la rendita catastale dell’appartamento locato, calcolare l’imponibile, applicare l’aliquota prevista (quella dovuta dal proprietario) e verificare la quota a lui spettante in base alla delibera comunale (dal 10 al 30%). Nel caso in cui il Comune abbia emesso delibera entro il 10 settembre ma senza specificare la quota a carico dell’inquilino, si applica automaticamente il 10% e il versamento va effettuato entro il 16 ottobre.

=> TASI: aliquote e detrazioni sugli affitti

In 5.227 Comuni si paga a ottobre con queste regole. Fra essi Roma, Milano, Campobasso, Catanzaro, Firenze, L’Aquila, Potenza, Perugia, Trieste, Palermo, Catania, Messina, Foggia, Verona, Padova, Prato, Reggio Calabria, Taranto, Reggio CalabriaNei 652 Comuni senza delibera gli inquilini non pagano nulla per quest’anno e la TASI sarà interamente a carico dei proprietari, che verseranno tutto a dicembre con aliquota 0,1%.

=> TASI, IMU e TARI: elenco ufficiale delibere e aliquote 2014

Caos delibere

Nei Comuni non era prevista la possibilità di azzeramento della quota inquilini, eppure in alcuni casi è stato così deciso. In altri casi, invece, la quota c’è ma si applica a una TASI pari a zero (è il caso dei Comuni che prevedono solo l’IMU per le seconde case). Emblematico l’esempio del Comune di Palermo: la delibera stabilisce una quota inquilino del 10% ma, essendo sugli immobili locati la TASI pari a zero, gli inquilini di immobili per il proprietario non prima casa non pagano la TASI; chi invece è in affitto in un immobile prima casa del proprietario (come coinquilino) pagherà il 10% della TASI per le prime case (2,89 per mille).

Quote e aliquote TASI per inquilini

  • Roma: TASI inquilino 20% su un’aliquota dello 0,08%, ma se si vive nella prima casa del proprietario si paga il 20% su un’aliquota del 2,5 per mille, con detrazioni da 30 a 110 euro a seconda della rendita catastale. Se la prima casa del proprietario è di lusso (categoria A1, A8 e A9), l’aliquota è dell’1 per mille.
  • Milano: TASI inquilino 10% su un’aliquota dello 0,08%, ma se l’immobile è la prima casa del proprietario l’aliquota sale allo 0,25%, con detrazioni modulate per rendita e reddito del proprietario.
  • Campobasso: TASI inquilino 30%, ma per immobili diversi dalla prima casa l’aliquota TASI è zero, quindi l’inquilino non paga nulla. Per la prima casa, aliquota al 2,5 per mille.
  • Catanzaro: TASI inquilino al 10% con aliquota pari a zero per immobili soggetti a IMU, mentre per l’abitazione principale si paga lo 0,12%.
  • Firenze: TASI al 10% e aliquote azzerate sulle seconde case, mentre per le prime case si paga lo 0,33%.
  • L’Aquila: TASI  inquilino 30% e aliquota fissa al 2 per mille.
  • Potenza: TASI inquilino 20% e aliquota 0,08% su immobili non prima casa, 0,25% per prime abitazioni.
  • Perugia: TASI inquilino 20% e aliquota pari a zero su immobili non prima casa, 0,33% per prime abitazioni.
  • Trieste: TASI inquilino 10% e aliquota pari a zero su immobili non prima casa, mentre sull’abitazione principale esenzione per rendite fino a 300 euro e aliquote 0,25% o 0,33% a seconda dell rendita, con detrazioni.
Nello specchietto le quote di affitto di ulteriori Comuni italiani. Attenzione: bisognarapportare la quota all’aliquota relativa all’immobile per il proprietario. Quindi, se l’inquilino non abita nella prima casa del proprietario (che è l’ipotesi più frequente), non paga nulla nelle città in cui la TASI non è stata applicata agli immobili soggetti a IMU, come (fra quelli sopra elencati) Campobasso, Catanzaro, Firenze, Perugia, Trieste.
CittàQuota %
TASI inquilino
CittàQuota %
TASI inquilino
Catania30Modena10
Messina20Reggio Emilia10
Foggia10Livorno0
Verona30Ravenna10
Padova10Rimini20
Prato10Ferrara10
Reggio Calabria10Salerno0
Taranto20Sassari30
Varese30Latina0
Brescia20Monza10
Parma0Siracusa0
In alcuni casi i Comuni prevedono aliquote per immobili locati con contratti a canone concordato o agevolato, o destinati ad alloggi sociali. Molti pubblicano sul sito web le aliquote TASI ben in evidenza, altre volte bisogna spulciare faticosamente la delibera, di consultazione non sempre agevole.

=> TASI e IMU 2014, come leggere le delibere dei Comuni

Versamento TASI

Ricordiamo che l’inquilino deve calcolarsi da solo la TASI e procedere al versamento (con modello F24 o bollettino postale) dell’imposta, che è da lui dovuta purché il contratto di affitto non dura almeno sei mesi. L’imponibile da prendere in considerazione è uguale all’IMU (rendita rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente, 160 per uso abitativo). Inquilino e proprietario non sono responsabili in solido: se l’inquilino non paga il proprietario non è responsabile, né viceversa. C’è invece responsabilità in solido nel caso in cui nell’immobile ci siano più inquilini, tutti tenuti al versamento TASI. Non ci sono regole sulla ripartizione proporzionale tra coinquilini tutti locatari.
FONTE PMI - Barbara Weisz 

venerdì 19 settembre 2014

La Giunta approva le controdeduzioni alle osservazioni al Regolamento edilizio

Ora il provvedimento verrà discusso in Consiglio comunale per il varo definitivo. Vicesindaco De Cesaris: "Un testo che guarda al futuro e mette al centro il recupero e la riqualificazione degli spazi"  LOFT... 

Tu chene pensi

By e-mail. Dillo

a  lavocedeicondomini@gmail.com

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

Milano, 19 settembre 2014 - La Giunta comunale ha approvato questa mattina la delibera “Controdeduzioni alle osservazioni e approvazione nuovo Regolamento edilizio”. Il provvedimento, dopo il passaggio in Commissione Urbanistica, sarà esaminato dal Consiglio comunale per il varo definitivo.
Al termine del periodo di pubblicazione, svoltasi dal 7 luglio al 7 agosto scorso, sono state accolte, totalmente o parzialmente, circa il 20% delle 468 osservazioni al testo presentate da cittadini, enti, ordini, operatori e associazioni.  

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
La Giunta comunale ha approvato questa mattina la delibera “Controdeduzioni alle osservazioni e approvazione nuovo Regolamento edilizio”. Il provvedimento, dopo il passaggio in Commissione Urbanistica, sarà esaminato dal Consiglio comunale per il varo definitivo.
Al termine del periodo di pubblicazione, svoltasi dal 7 luglio al 7 agosto scorso, sono state accolte, totalmente o parzialmente, circa il 20% delle 468 osservazioni al testo presentate da cittadini, enti, ordini, operatori e associazioni.
“I principi guida sono la tutela e la cura del territorio – ha dichiarato la vicesindaco con delega all’Urbanistica ed Edilizia privata Ada Lucia De Cesaris -, garantendo la semplificazione e l’accelerazione delle procedure edilizie attraverso la formulazione di regole certe con l’obiettivo di superare i troppi contenziosi che fino ad oggi gli operatori hanno dovuto affrontare con l’Amministrazione. Abbiamo quindi accolto le osservazioni che andavano in questa direzione e che sono risultate coerenti con questi principi, consolidando in questo modo il processo di costruzione del nuovo Regolamento edilizio già discusso con il Consiglio comunale”.
“È un Regolamento che guarda al futuro – ha proseguito De Cesaris – che andrà a sostituire il precedente, ‘vecchio’ oramai di 15 anni. Con questo testo sosteniamo il valore della proprietà trovando un equilibrio necessario con lo spazio collettivo e le esigenze attuali dell’abitare. Un punto importante è la qualità del costruire, mettendo al centro il recupero e la riqualificazione degli spazi esistenti, al fine di minimizzare il consumo del territorio. Ecco perchè scegliamo soluzioni innovative per  affrontare il degrado e l’abbandono, nonché strumenti  efficaci per combattere il fenomeno del gioco d’azzardo: anche per questo ci auguriamo che tutte le forze politiche decidano di sostenere il Regolamento edilizio con senso di responsabilità in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva”.
Le principali novità introdotte dal nuovo Regolamento edilizio del Comune riguardano gli incentivi volumetrici per la riqualificazione energetica degli stabili e per incentivare il recupero degli immobili tutelati; l’incentivazione dei concorsi per migliorare la qualità degli interventi; l’aggiornamento delle metrature per alloggi, camere da letto e bagni;  regole per garantire l’abbattimento delle barriere architettoniche, per il recupero degli immobili abbandonati e degradati; infine norme volte a garantire la legalità, l’antimafia e la sicurezza nei cantieri. E ancora: lo snellimento e la semplificazione delle procedure edilizie, i divieti per le sale gioco e scommesse che non potranno aprire nel raggio di 500 metri da scuole, chiese, parchi e ospedali, le norme a favore delle biciclette e dei giochi dei bambini nei cortili. Grazie al confronto in Consiglio comunale era poi stato introdotto il vincolo di passaggio in Aula per discutere la possibilità da parte dell’Amministrazione di assegnare stabili o aree abbandonate e degradate a funzioni sociali.

martedì 16 settembre 2014

DEF 2015: pioggia di tasse in arrivo



Stangata da 44 miliardi di euro per famiglie e imprese con l'arrivo del DEF 2015: l'analisi dettagliata di Unimpresa alla luce del Piano Nazionale di Riforme, per il quale servono le coperture finanziarie.
Tasse
Secondo i dati analizzati dal Centro studi di Unimpresa, con l’arrivo del nuovo DEF2015 (Documento di Economia e Finanze) 2015 è in arrivo una dura stangata per le aziende italiane, da oltre 44 miliardi di euroIn vista si prospetta infatti una pioggia di tassesulle spalle di famiglie e imprese grazie alle quali l’Esecutivo punta ad ottenere maggiori entrate:
  • 3,8 miliardi di euro nel 2014;
  • 6,4 miliardi di euro nel 2015;
  • 10,1 miliardi nel 2016;
  • 11,8 miliardi nel 2017;
  • 11,8 miliardi nel 2018.

=> Manovra finanziaria 2015, le misure nel DEF

A conti fatti gli Italiani dovranno sborsare nei prossimi cinque anni 44,09 miliardi di euro in più rispetto alle tasse che già gravano su famiglie e imprese.

Coperture finanziarie

Il DEF è stato approvato lo scorso aprile dal governo Renzi e ora deve essererivisto per trovare le necessarie coperture finanziarie agli interventi previsti da Piano Nazionale di Riforme studiato dal Governo, che includono misure per:
  • lavoro,
  • pensioni,
  • tagli di spesa,
  • sostegno alle imprese.
Solo gli interventi sul lavoro e sulle pensioni comporteranno un aumento delle tasse per imprese e famiglie pari a 8,4 miliardi di euro nel periodo 2014-2018; quelle a sostegno delle imprese 1,5 miliardi di euro.
Tasse Unimpresa
Per il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi:
«Come al solito i numeri non mentono mai e smentiscono le chiacchiere. A parole vengono promesse tasse in meno, in realtà il governo si è già legato le mani e il Documento di Economia e Finanza parla chiaro: ancora una volta saranno necessari enormi sacrifici per i contribuenti italiani, famiglie e imprese».
Fonte: Unimpresa

lunedì 15 settembre 2014

Tasse prima casa: la prescrizione degli accertamenti

La sentenza della Ctp Brescia sulla decorrenza del termine di decadenza per l'azione di recupero delle maggiori imposte non versate per la prima casa in caso di mancato riacquisto entro un anno.
In caso di acquisto di immobile facendo ricorso alle agevolazioni riservate alla prima casa non è possibile vendere il bene prima di cinque anni, pena la perdita dei benefici a meno che non si acquisti una nuova abitazione come prima casa entro un anno dalla vendita della precedente.

Decadenza agevolazione e accertamenti

L’Amministrazione ha a disposizione 3 anni per accertare le maggiori imposte (di registro, ipotecaria e catastale) a partire dalla data dell’atto di vendita e non dall’anno successivo che corrisponderebbe al momento effettivo in cui si concretizza il presupposto per la decadenza dell’agevolazione. Dunque, successivamente alla vendita dell’immobile sul quale si è fruito dei connessi benefici fiscali se non si è acquistato un nuovo immobile entro un anno, si è soggetti all’azione accertativa dell’Agenzia delle Entrate solo nei 3 anni successivi a tale vendita. A chiarirlo è stata la sentenza n. 358/16/14 della Ctp di Brescia.

=> Sblocca Italia: detrazioni su acquisto casa da costruttore

Il caso

Il caso riguardava un ricorso proposto contro un avviso di rettifica e liquidazione per le agevolazioni prima casa da un contribuente che aveva venduto la propria abitazione principale e dopo un anno dalla vendita non aveva provveduto ad acquistare un nuovo immobile. L’Agenzia delle Entrate aveva quindi emesso un provvedimento per recuperare le maggiori imposte a fronte della decadenza delle agevolazioni fiscali. I giudici hanno però annullato l’atto impositivo, accogliendo il ricorso del contribuente, a causa delle tempistiche seguite dell’Amministrazione finanziaria: secondo l’Agenzia delle Entrate il termine dei 3 anni iniziava a decorrere dall’anno successivo all’atto di vendita, al contrario il contribuente, richiamando l’articolo 76 del dpr 131/86, riteneva che il termine triennale decorresse dalla registrazione dell’atto. La Ctp ha dato ragione al contribuente con la seguente motivazione:
«Il fatto che si deve attendere un anno per verificare se avvenga l’acquisto di altro immobile non prolunga i termini

FONTE PMI 

domenica 14 settembre 2014

La Voce degli Anziani : Dichiarazioni Redditi errate? Sanzioni e responsab...

IL DGLS SULLE SEMPLIFICAZIONI FISCALI INASPRISCE IL REGIME DI RESPONSABILITÀ PER LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI ERRATA: SANZIONI SALATE PER PROFESSIONISTI E CAF.

In caso di dichiarazioni dei redditi errate a risponderne sono i Centri di assisCAF) e i professionisti abilitati alla trasmissione della dichiarazione precompilata: è una delle novità introdotte dal Decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali dopo l’emanazione dei pareri da parte delle Commissioni finanze di Camera e Senato prima dell’approvazione Senato prima dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.

=> Dichiarazione dei Redditi 2014: guida completa

SANZIONI

La pena applicata corrisponde al versamento dell’importo dell’imposta, della sanzionee degli interessi che sarebbero stati richiesti al contribuente in caso di errore materiale nel rilascio del visto di conformità.

=> Professionisti: visto di conformità per la compensazione crediti

L’unico modo per CAF e professionisti per evitare tali sanzioni è di provare che il visto di conformità infedele è frutto della volontà fraudolenta da parte del contribuente nel fornire i propri dati.

RETTIFICA

Ai soggetti coinvolti viene però lasciata la possibilità di inviare entro il 10 novembredi ciascun anno una dichiarazione rettificativa, che lascia a carico del contribuente il versamento della maggiore imposta dovuta a causa del ritardo. In caso contrario qualora si verificassero inesattezze sul calcolo delle imposte, ad esempio per una applicazione errata delle detrazioni fiscali, a risponderne sarà il CAF o il professionista abilitato.

=> Dichiarazioni dei redditi in ritardo: CAF responsabili

COMPENSI

PER QUANTO RIGUARDA LA REVISIONE DEI COMPENSI, QUESTA VIENE RIMANDATA AL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE CHE DOVRÀ EMANARE IL DECRETO DI RIORDINO ENTRO IL 30 NOVEMBRE 2014.NZIONI SALATE PER PROFESSIONISTI E CAF.

LEGGI
La Voce degli Anziani : Dichiarazioni Redditi errate? Sanzioni e responsab...

venerdì 12 settembre 2014

Clausole abusive, CGUE: diritto all’abitazione va tutelato


Il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale che deve essere preso in considerazione dal giudice nazionale nell’attuazione della direttiva sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori. E’ quanto ha chiarito la Corte di Giustizia delle Comunità Europee chiamata ad esprimersi in via pregiudiziale dalla corte regionale di Prešov, Slovacchia su un ricorso di annullamento di un contratto di credito e di un contratto costitutivo della garanzia.Il ricorso era stato presentato da una cittadina slovacca che aveva concluso con la SMART Capital un contratto di credito al consumo per l’importo di EUR 10 000 per il quale aveva fornito a garanzia la sua abitazione. In un secondo momento, la cittadina aveva presentato ricorso facendo valere il carattere abusivo delle clausole contrattuali stipulate con tale impresa. Il tribunale, in primo grado, aveva precisato che la clausola di garanzia contenuta nel contratto permette al creditore l’esecuzione sul bene oggetto della garanzia senza alcun controllo giurisdizionale.
In appello, invece, la corte regionale si è rivolta alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee. In primo luogo, la Corte afferma che la Carta dei diritti fondamentali dell’UE dispone che nelle politiche dell’Unione è garantito unlivello elevato di protezione dei consumatori. La Carta sancisce altresì il diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo. Tali precetti valgono per l’attuazione della direttiva 93/13. Per quanto riguarda la realizzazione delle garanzie che accompagnano i contratti di prestito conclusi dai consumatori, la Corte constata che la direttiva non contiene alcuna indicazione relativa all’esecuzione sui beni oggetto di garanzia. Tuttavia, essa riconosce l’importanza di determinare, in una situazione come quella controversa, in quale misura sarebbe praticamente impossibile o eccessivamente arduo applicare la tutela conferita dalla direttiva.
La Corte ribadisce altresì che, al fine di preservare i diritti attribuiti ai consumatori dalla direttiva, gli Stati membri sono tenuti ad adottare meccanismi di tutela tali da far cessare l’utilizzazione delle clausole qualificate come abusive. A tale scopo le autorità giudiziarie e gli organi amministrativi nazionali devono disporre di mezzi adeguati ed efficaci. In particolare, pur conservando la scelta delle sanzioni applicabili alle violazioni del diritto dell’Unione, gli Stati membri devono vegliare a che esse abbiano un carattere effettivo, proporzionato e dissuasivo.
Per quanto riguarda il carattere effettivo e dissuasivo, risulta che nel corso di un procedimento di esecuzione stragiudiziale su un bene dato in garanzia, il giudice nazionale competente potrebbe adottare qualsiasiprovvedimento provvisorio che vieti la prosecuzione dell’esecuzione di tale vendita.
Per quanto riguarda il carattere proporzionato della sanzione, la Corte sottolinea che occorre prestare particolare attenzione qualora il bene gravato dal diritto reale di garanzia sia il bene immobile che costituisce l’abitazione della famiglia del consumatore.Infatti, nel diritto dell’Unione il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale garantito dalla Carta dei diritti fondamentali che il giudice nazionale deve prendere in considerazione nell’attuazione della direttiva.
LINK http://www.helpconsumatori.it/diritti/clausole-abusive-cgue-diritto-allabitazione-va-tutelato/85374

mercoledì 10 settembre 2014

Collegato Ambiente: prima legge italiana per la green economy

Approvato dalla VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera il Collegato Ambiente: i dettagli della prima legge italiana per la green economy. (FONTE PMI)

Via libera della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera il Collegato Ambiente (disegno di legge collegato alla Legge di Stabilità 2014). Grazie all’approvazione di alcuni emendamenti, ora la prima legge italiana per la green economy prevede un Fondo di investimento da 1 miliardo per l’economia verde e nuove regole sullo smaltimento degli impianti fotovoltaici, oltre ad un giro di vite sull’abusivismo edilizio. L’obiettivo del Ddl è di introdurre disposizioni in materia ambientale volte a promuovere misure a favore della green economy e  per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.

 => I contenuti del Ddl Green Economy

Enrico Borghi, capogruppo del Pd in commissione Ambiente e co-relatore del provvedimento insieme ad Alessandro Bratti (Pd), commentando l’approvazione del Collegato Ambiente alla Legge di Stabilità 2014 ha dichiarato:
«Con la conclusione dell’esame in commissione, oggi di fatto nasce la prima legge italiana per la green economy. Abbiamo lavorato intensamente sia con il Governo che con le forze politiche di maggioranza e di opposizione e il risultato consente di consegnare all’esame dell’Aula un testo innovativo e interessante, che allinea l’Italia tra i Paesi di testa dello sviluppo sostenibile».
Il Collegato Ambientale contiene «misure interessanti e del tutto inedite. Penso aldivieto di fracking che diventa legge per la prima volta, o alla delega al Governo per il pagamento dei sistemi ecosistemici e ambientali. Oppure alle logiche incentivanti per la premialità della raccolta differenziata che sostengono i Comuni virtuosi e gli consentendo di diminuire le tasse ai cittadini. Oppure, ancora, l’avvio di iniziative sperimentali come il vuoto a perdere negli esercizi pubblici, per diminuire l’uso della plastica, o delle aree “oil free zone” nelle quali incentivare l’autosufficienza energetica senza uso di fonti fossili.
Di rilievo anche gli incentivi per gli appalti verdi e per l’utilizzo dei materiali derivanti da riciclo e riuso nelle pubbliche amministrazioni, nonché le misure sulla riorganizzazione delle autorità di bacino e l’avvio della strategia nazionale per legreen communities».
Un provvedimento «organico e adeguato, in grado anche di innescare la nascita di nuove filiere produttive nel campo della sostenibilità e della tutela ambientale, che ora speriamo possa passare rapidamente all’esame dell’Aula anche in forza del positivo clima di collaborazione tra le forze politiche riscontrato in sede di Comitato ristretto e di Commissione».
 Fondo di investimento
Con un emendamento dei relatori approvato dalla VIII Commissione viene istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con la Cassa depositi e prestiti unFondo italiano investimenti Green Communities. Il plafond messo a disposizione, pari a 1 miliardo di euro, viene garantito:
  • per almeno il 51% dalla Cdp ;
  • per almeno il 20% dal MEF, sulla base delle risorse della programmazione Ue 2014/2020;
  • il 29% viene allocato sul mercato.

Sistemi produttivi locali

Un emendamento proposto dal Pd (con Chiara Braga come prima firmataria) prevede un Piano per la qualificazione ambientale dei prodotti dei sistemi produttivi locali, i distretti industriali e le filiere nazionali. In questo ambito verranno:
  • definite azioni e fornite indicazioni tecniche ed operative per il miglioramento della competitività del sistema produttivo nazionale puntando sui prodotti sostenibili;
  • promosse le collaborazioni tra i soggetti interessati;
  • agevolato l’utilizzo di tecnologie e disciplinari di produzione innovativi volti a migliorare gli aspetti prestazionali dei prodotti e la riduzione degli impatti ambientali durante il loro ciclo di vita.
Per diventare operativo il Piano dovrà essere adottato con decreto del ministro dell’Ambiente di concerto con il ministro dello Sviluppo Economico, sentiti i ministri dell’Economia e delle finanze e delle Politiche agricole e forestali entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Collegato Ambiente.

Fotovoltaico

Con un altro emendamento presentato dai relatori vengono poi introdotte nuove regole per lo smaltimento a fine vita degli impianti fotovoltaici: per i pannelli fotovoltaiciche verranno immessi a consumo successivamente all’entrata in vigore del decreto, sia in ambito domestico che professionale, i sistemi individuali e collettivi adotteranno unsistema di garanzia finanziaria ed un sistema di geo-localizzazione, così da assicurare la corretta gestione del loro smaltimento finale. Le tipologie di tali sistemi sono quelle già stabilite dal GSE nel Disciplinare Tecnico del dicembre 2012 in attuazione delle Regole applicative per il riconoscimento delle tariffe incentivanti.

=> Il Destinazione Italia è legge: Rinnovabili e incentivi per PMI

Abusivismo edilizio

Con il Collegato Ambiente il Governo dichiara guerra all’abusivismo edilizio con l’obbligo per le Amministrazioni a pretendere il pagamento delle sanzioni in caso di abusi edilizi pena l’assunzione di responsabilità per inadempienza da parte degli stessi amministratori, con decurtazioni degli stipendi.

=> Condono Edilizio 2014: novità e informazioni

Appalti verdi

Il Collegato Ambiente interviene anche in termini di appalti verdi e rilancio dei programmi di investimento per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture idriche con l’obiettivo di sensibilizzare l’economia e la società italiane verso il ruolo chiave che hanno per lo sviluppo e la competitività del Paese le soluzioni che pongono al centro l’ambiente e la green economy.

 => Ddl Green Economy: appalti verdi e semplificazioni

Fracking

Una delle novità del Ddl è il divieto ufficiale per legge di Fracking per le aziende su tutto il territorio nazionale italiano, pena la rendicontazione delle proprie azioni al Governo.

Altre novità del Collegato Ambiente

Tra le altre novità del Collegato Ambiente troviamo quelle in termini di:
  • raccolta differenziata, dal Ddl è stata eliminata qualsiasi ipotesi di riduzione degli obiettivi di raccolta differenziata e sono invece state rinforzate le misure per il recupero e il riciclo delle materie prime seconde e per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti. Vengono poi introdotte agevolazioni sulle tasse sui rifiuti per i Comuni virtuosi;
  • disposizioni a sostegno della mobilità sostenibile;
  • vuoto a rendere, fortemente voluti dal Movimento 5 Stelle i sette articoli approvati che danno il via alla sperimentazione di sei mesi del vuoto a rendere, ovvero per gli imballaggi di acque e birra negli esercizi commerciali pubblici;
  • Valutazione di impatto sanitaria, una volta entrato in vigore il decreto, per ogni nuova autorizzazione richiesta di ogni nuova opera o nuovi impianti verrà richiesta a Valutazione di impatto sanitaria con una previsione dell’impatto sulla salute dei cittadini;
  • smaltimento dei reflui oleari, che potranno essere versati nell’impianto fognario in caso di trattamento e di origine regionale delle olive;
  • inceneritori con lo stop alla possibilità per quelli che non hanno più rifiuti di riceverne da fuori la regione;
  • case mobili, per le quali diviene necessaria la richiesta di autorizzazione per essere collocate nei luoghi di pregio e turistici    

lunedì 8 settembre 2014

TASI 2014: i Comuni con sconti ed esenzioni


Quasi tutti i Capoluoghi di Regione (tranne L’Aquila, Potenza e Palermo) e più della metà degli altri Comuni italiani hanno deciso le aliquote TASI 2014 pubblicando la delibera IUC sul sito del Dipartimento delle Finanze. Le delibere approvate e inviate sono circa 5mila:  poche ore dal termine del 10 settembre, mancano dunque 3mila amministrazioni all’appello. Pecisazione importante: i Comuni devono inviare le delibere entro il 10 settembre ma il sito delle Finanze ha tempo fino 17 settembre 2014 per pubblicarle. Significa che prima non si potrà disporre di l’elenco aggiornato e definitivo.

=> TASI: calendario scadenze su aliquote e bilanci

In media, l’aliquota sulla prima casa sfiora il 2 per mille (1,94 per mille) rispetto allo 0,1% standard. Secondo dati Caf Acli per il Sole 24 Ore su 4mila delibere, i Comuni con che hanno previsto l’esenzione TASI sulla prima casa sono il 15%. In tutti gli altri l’imposizione è intorno allo 0,2%, mentre l’11% ha superato il 2,5 per mille. Nel 43%dei casi sono state decise detrazioni e agevolazioni.

=> TASI vs. IMU: tasse a confronto

Ricordiamo che i Comuni possono azzerare o alzare l’aliquota base fino a un massimo dello 0,25%. C’è poi la possibilità di un’ulteriore maggiorazione TASI-IMU dello 0,08% fino allo 0,08% da applicarsi spalmandola su prime case o altri immobili o scegliendone solo una delle due (non su entrambe). Quindi, l’aliquota sulla prima casa può arrivare allo 0,33%, oppure la somma IMU-TASI sugli altri immobili può raggiungere l’1,14%. Con le entrate della maggiorazione, si finanziano le agevolazioni sulla prima casa.

In generale, nei Comuni in cui l’aliquota è più alta ci sono anche le agevolazioni (concentrate in genere su prime case di modesto valore o su redditi bassi), mentre altre amministrazioni hanno lasciato le aliquote basse senza però prevedere detrazioni. Segnaliamo una serie didelibere particolarmente convenienti per chi possiede immobili.
·         Positano: La TASI è pari a zero, sia sulle prime case sia sugli altri immobili. In pratica, i proprietari di abitazioni principale non pagano nulla, sugli altri immobili si paga solo l’IMU (che resta allo 0,86%, lo stesso livello 2013). Il Comune aveva già esentato i contribuenti dalla TASI per gli immobili diversi dall’abitazione princiale in tempo per l’acconto di giugno, mentre ora hanno esentato anche le prime case. Il Comune ha potuto prendere questa decisione grazie a un bilancio 2013 in attivo (avanzo di 1,3-1,4 miliardi). Il caso ha avuto anche un notevole successo mediatico, e l’esempio del comune della costiera amalfitana è già stato seguito da altri sindaci: fra gli altri, San Lorenzo Del Vallo (Cosenza), e Casoria (Napoli).
=> Approfondisci la TASI a Positano
·         Chieti: aliquote IMU agevolate per chi svolge attività di impresa e per iprofessionisti. L’aliquota è allo 0,9% per uffici, negozi e laboratori (categoria catastali A10, C1 e C3). Se poi queste attività si trovano nel centro storico, l’aliquota scende ulteriormente allo 0,8%. Per tutti gli altri immobili idiversidalla prima casa, l’IMU è all’1,06%, ma non si paga la TASI, applicata solo alle prime case. L’aliquota TASI è fissata allo 0,29% (0,25% più 0,05% di maggiorazione), e cui si aggiunge un ulteriore 0,04% se il soggetto passivo è una persona fisica. Ci sono una serie di agevolazioni, per rendite catastali basse e famiglie con figli.
·         Terni: non c’è ancora delibera del consiglio, che se non procederà entro i prossimi due giorni sarà fuori tempo massimo per la scadenza del 16 ottobre. La delibera di giunta ha azzerato la TASI per le start up 2014, ovvero le attività produttive nate quest’anno, a patto che creino nuovi posti di lavoro. Per ora l’agevolazione è limitata alle industrie, ma non si eslcude in un secondo tempo di ampliarla anche alle nuove attività commerciali.
·         Monterotondo Morattimo (Grosseto): non c’è ancora la delibera sul sito delle Finanze, ma si tratta di uno dei comuni che con ogni probabilità ce la farà sul filo del rasoio visto che il consiglio è stato convocato per oggi, lunedì 8 settembre. E la proposta di giunta è sulla stessa linea di Positano: niente TASI.
Infine, quale previsioni su quanto peserà la TASI sulle imprese. Secondo ilCodacons, per aziende, uffici, negozi e capannoni le tasse sugli immobili 2014 supereranno l’IMU 2013 per circa un miliardo. Secodno i calcoli della Cgia di Mestre, il rincaro sarà intorno a 1,6 miliardi. Il confronto è in entrambi i casi sul 2013, anno in cui le prime case non hanno pagato l’IMU ma le attività produttive sì (quindi il confronto è sensato). Si tratta però di un calcolo del tutto teorico, basato non sulle reali delibere ma sulla possibilità riconosciuta dalla legge di applicare la maggiorazione dello 0,08%. In pratica, la Cgia ha preso le aliquote IMU 2013 e ha ipotizzato che le amministrazione applichino in massa la maggiorazione dello 0,08% agli immobili d’impresa.

Scadenze


Chi comunica approva e invia alla piattaforma telematica del ministero le delibere TASI entro il 10 settembre chiamerà i contribuenti alla cassa per l’acconto entro il 16 ottobre. I Comuni che non rispetteranno la scadenza  incasseranno il tributo sui serizi indivisibili in un’unica soluzione, insieme al saldo IMU-TASI entro il 16 dicembre. Naturalmente, per i contribuenti che hanno già versato l’acconto in giugno il prossimo appuntamento è con il saldo di dicembre.
Fonte PMI 8 settembre Barbara WEISZ

sabato 6 settembre 2014

La gestione contabile del condominio

L’articolo 11 della legge 220/2012 ha inserito nel codice civile l'art. 1130-bis,relativo al rendiconto condominiale annuale, con la finalità di assicurare maggiore trasparenza nella gestione contabile dell’amministratore.
Il rendiconto deve contenere una serie di specifiche voci contabili indispensabili alla ricostruzione e al controllo della gestione dell’amministratore da parte di ogni condomino. In particolare, si prevedono come elementi imprescindibili del rendiconto: il registro di contabilità; il riepilogo finanziario; una sintetica nota di accompagnamento, esplicativa della gestione annuale. L’assemblea condominiale può, in qualsiasi momento o per più annualità specificamente identificate, nominare un revisore che verifichi la contabilità del condominio. La deliberazione è assunta con la maggioranza prevista per la nomina dell'amministratore e la relativa spesa è ripartita fra tutti i condomini sulla base dei millesimi di proprietà. L'assemblea può anche nominare, oltre all'amministratore, un consiglio di condominio composto da almeno tre condomini negli edifici di almeno dodici unità immobiliari. Il consiglio ha funzioni consultive e di controllo.