18 giugno 2013 CAMBIA LA VITA NEL CONDOMINIO UNISCITI A NOI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI CONDOMINI

18 giugno 2013 CAMBIA LA VITA NEL CONDOMINIO UNISCITI A NOI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI CONDOMINI

venerdì 28 novembre 2014

Da oggi in vigore il nuovo Regolamento edilizio

«Le disposizioni del vecchio Regolamento edilizio, invece, continuano ad applicarsi».  

«Dal sito internet del Comune di Milano: Regolamento Edilizio del Comune di Milano». 

«Pubblicato sul BURL il testo del nuovo Regolamento Edilizio del Comune di Milano». 
In data 26 novembre 2014, con la pubblicazione sul BURL Serie Avvisi e Concorsi n. 48, entra in vigore il testo del nuovo Regolamento Edilizio, che il Consiglio Comunale ha adottato con Deliberazione n. 9 del 14 aprile 2014 e approvato con Deliberazione n. 27 del 2 ottobre 2014. (vedi Avviso BURL sezione Allegati a fondo pagina).
Le disposizioni del nuovo Regolamento Edilizio, disponibile nella sezione Collegamenti di questa pagina, si applicano secondo quanto previsto dall’art. 151 dello stesso:
Art.151 NORMA TRANSITORIA1. Le disposizioni di cui al presente Regolamento edilizio si applicano:
a) ai permessi di costruire richiesti dopo la data di entrata in vigore dello stesso;
b) alle D.I.A. e alle S.C.I.A. presentate dopo l’entrata in vigore dello stesso;
c) alle Comunicazioni di Inizio Lavori di cui all’art. 6 del DPR n. 380/2001 e s.m.i., presentate dopo l’entrata in vigore del presente Regolamento edilizio.
Al fine di quanto previsto nei precedenti punti la domanda/dichiarazione/segnalazione/comunicazione si intende presentata dalla data in cui perviene allo Sportello Unico.
2. Le varianti, anche essenziali, apportate ai titoli già validi ed efficaci alla data di entrata in vigore del presente Regolamento continueranno ad essere disciplinate dal previgente Regolamento edilizio fino alla definitiva conclusione dell’intervento che si avrà con la dichiarazione di fine lavori; conseguentemente, anche i titoli edilizi presentati e/o richiesti per il completamento degli interventi assentiti con titoli validi ed efficaci alla data di entrata in vigore del presente Regolamento continueranno ad essere disciplinati dal Regolamento previgente.
3. L’istruttoria e il successivo rilascio di titoli edilizi relativi a istanze di permesso di costruire e/o di convenzionamento protocollate in data anteriore all’entrata in vigore del presente Regolamento avverranno in conformità alle previsioni del previgente Regolamento edilizio. Analogamente le varianti, anche essenziali, a tali titoli continueranno ad essere disciplinate dal previgente Regolamento edilizio.

Inoltre a tutte le pratiche ricadenti all'interno degli ambiti soggetti alle norme transitorie del PGT (art.31 e 34 delle NdA del Piano delle Regole), continueranno ad applicarsi le disposizioni del Regolamento Edilizio di cui alla Deliberazione Regionale 81/1999, anche successivamente alla entrata in vigore del nuovo testo. In particolare:
  • ai sensi dell’art. 31, delle NdA del Piano delle Regole, per tutti gli interventi che ricadono in tale fattispecie fino al loro completamento;
  • ai sensi di quanto previsto dall'art. 34 delle NdA del Piano delle Regole, agli interventi ivi indicati presentati entro il 21 novembre.

Avviso all'utenza: Nel primo periodo di applicazione delle nuove disposizioni gli uffici accompagneranno i professionisti nell'obiettivo di rendere agevole il loro lavoro, si chiede tuttavia di tener conto che anche per i dipendenti è necessario un periodo di rodaggio. L'auspicio è la collaborazione reciproca per arrivare quanto prima ad una fluida applicazione.


Informazioni utili relative al testo del Regolamento Edilizio previgente (Delibera Regionale 81/1999)
Il testo va letto tenendo conto di quanto disposto dal DPR 380/01 "Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia" e dalla LR 12/05 "Legge per il governo del territorio". (Per informazioni sulla normativa vedi la sezione "Siti utili" di questa pagina).
Nella sezione "Siti Utili" è inoltre possibile consultare le Circolari emanate dal Settore Sportello Unico per l'Edilizia dopo l'entrata in vigore del Regolamento Edilizio.
L’articolo 105 bis relativo alle “Sanzioni per le violazioni delle disposizioni del Regolamento Edilizio” è stato introdotto in seguito con Delibera del Consiglio Comunale n. 20 del 26.03.2002 ed aggiornato con Determinazione Dirigenziale del Settore Concessioni e Autorizzazioni Edilizie n. 359 del 02.12.2003.
Il testo del Regolamento Edilizio, dell’art. 105 bis così come l’elenco delle strade di rilevante importanza viabilistica (richiamato dall’art. 21 del RE) sono consultabili in questa pagina.
Il Regolamento Edilizio in vigore dal 20 ottobre 1999 è disponibile anche in versione stampata ed è in vendita al pubblico al costo di € 5,16, dal lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle ore 11.30 presso l'Ufficio Visure in Via Pirelli 39, terzo piano corpo basso, stanza 36.

Allegati

Regolamento nuovo

Collegamenti

martedì 18 novembre 2014

Calcolo IMU nel nuovo ISEE: a rischio le prestazioni 2015

L'ISEE 2015 include nel calcolo l'imponibile IMU: ecco come il nuovo indicatore nasconde una nuova tassa sugli immobili. 

Ogni tassa, ogni modifica al Fisco apportata in questi anni dai vari Governi che si sono succeduti sembra nascondere una tassa sugli immobili, che nonostante la crisi del settore immobiliare rimangono uno degli investimenti che più sta a cuore agli italiani. Non fa eccezione il nuovo ISEE, l’Indicatore della situazione economica equivalente che, come denuncia Confedilizia, rappresenta di fatto una nuova tassa sulla casa a danno soprattutto dei piccoli proprietari includendo nel calcolo il valore degli immobili così come definito ai fini IMU. Di fatto molti proprietari di immobili che con le vecchie regole ISEE, basate sull’indicatore che prendeva in considerazione l’imponibile ICI, avevano diritto alle prestazioni sociali agevolate, con il nuovo ISEE che tiene conto dell’imponibile IMU verranno automaticamente esclusi dalle agevolazioni.

=> Nuovo ISEE 2015: cosa cambia



Nel calcolo IMU, infatti, il valore degli immobili è stato elevato del 60% per effetto dell’aumento del valore catastale degli stessi. Dal prossimo anno, quindi, quando entrerà in vigore il nuovo ISEE, molti proprietari di immobili si troveranno a:
  • pagare rate più alte per scuole, università, mense, case di cura per anziani e così via;
  • perdere le agevolazioni su utenze gas, telefono, elettricità;
  • perdere esenzioni dalle prestazioni sanitarie;
  • perdere il diritto agli assegni famigliare e di maternità.

=> ISEE: ecco i modelli DSU in vigore da gennaio 2015

Il tutto nonostante gli stessi proprietari di casa non abbiano visto migliorare il proprio tenore di vita, anzi hanno subito in questi anni una maggiore pressione fiscale proprio a causa delle nuove tasse sugli immobili, IMU in primis. A giovarne saranno invece lo Stato, che a fronte delle minori agevolazioni vedrà aumentare le proprie entrate, e gli Enti locali, visto che il nuovo ISEE avrà effetto anche sui tributi locali. I Comuni potranno infatti concedere riduzioni, detrazioni o esenzioni TARI e TASI sulla base del nuovo ISEE.
Fonte PMI Francesca Vinciarelli -

mercoledì 12 novembre 2014

Riforma Catasto al via: si rischia aumento tasse

Approvato il primo decreto delegato per la Riforma del Catasto: le nuove commissioni revisioneranno gli estimi al fine di rivalutare le rendite degli immobili, ma dietro l'angolo c'è lo spettro rincaro IMU e TASI.

Più vicina la Riforma del Catasto, con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto sulle commissioni censuarie: 106 organismi che dovranno rivedere i parametri per i valori catastali di circa 62 milioni di immobili adeguandoli a quelli di mercato, in attuazione dell’articolo 2, comma 3 , lettera a, della legge 23/2014. Il decreto passato in CdM il 10 novembre dà quindi il primo via libera alla Riforma del Catasto inserita nella Delega Fiscale, con la revisione dei criteri di valutazione delle rendite – conteggiando metri quadri e non più numero di vani, valorizzando una serie di caratteristiche dell’immobile (ubicazione, quantità, anno di costruzione) – con effetti sulla tassazione (IMU e TASI) ed anche sull’ISEE.

=> Catasto, al via la revisione delle rendite


Riforma e caro tasse

La Riforma del Catasto – che non dovrebbe essere completata prima di alcuni anni – dovrebbe comportare una rivalutazione dal 30% fino al 180% delle rendite immobiliari. Pensata per renderle più attuali anche e soprattutto ai fini fiscali, con i recenti orientamenti che vedono confluire IMU e TASI in una Local Tax di competenza comunale senza tetti standard sulle aliquote, raddoppierebbe il rischio di carico delle imposte sugli immobili invece di compensarlo. Se non saranno ridotte le aliquote per TASI e IMU si andrà a pagare di più. Federconsumatori e di Adusbef stimano un rincaro di 230-260 euro l’anno. L’unica garanzia per il contribuente è un generico riferimento nella norma sulla riforma catastale alla  ”invarianza di gettito”.

=> IMU e TASI nella Local Tax: aumento tasse in arrivo

Revisione rendite: la roadmap

Le commissioni locali si devono insediare entro un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo: 1° novembre 2015. Appena operative, avranno il compito di validare le funzioni statistiche determinate dall’Agenzia delle Entrate, alla base della revisione dell’estimo catastale esprimendo la relazione tra valore di mercato, localizzazione e caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e ambito territoriale, anche in uno stesso Comune. Una commissione centrale deciderà sui ricorsi dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni in materia di categorie, qualità, classi e tariffe d’estimo di terreni e fabbricati, esercitando poteri sostitutivi in caso di necessità.

Le commissioni

Le commissioni locali sono formate da 6 componenti effettivi e altrettanti supplenti – nominati dal presidente del Tribunale della circoscrizione competente, su segnalazione di Agenzia delle Entrate, ANCI e Prefetto – scelti fra rappresentanti delle amministrazioni coinvolte, magistrati, professionisti, docenti qualificati in materia di economia e di estimo urbano e rurale, esperti di statistica e di econometria. La Commissione centrale è invece formata da 25 membri effettivi (4 di diritto, il direttore dell’Agenzia delle Entrate e 3 direttori centrali dell’Agenzia) e 21 supplenti, più il presidente. Non possono essere componenti delle commissioni i parlamentari, i membri del governo e delle giunte regionali e comunali, soggetti che ricoprono incarichi direttivi o esecutivi nei movimenti politici, i prefetti. Tra i motivi di incompatibilità vi sono anche l’appartenenza alla Guardia di Finanza, ai Corpi di polizia, alle Forze armate, la rappresentanza di contribuenti nei rapporti con l’amministrazione finanziaria o con i Comuni nell’ambito di controversie tributarie. L’incarico dura cinque anni.
Fonte PMI Barbara Weisz 12 novembre

lunedì 10 novembre 2014

IMU, TASI e IRPEF nella Local Tax: aumento tasse in arrivo


Local Tax per IMU, TASI, TARI, IRPEF e altre imposte locali verso l'approvazione senza tetti alle aliquote: ecco i rincari previsti con la nuova tassa unica comunale dal 2015-2016.


Una Local Tax che riunisca IMU, TARI, TASI, addizionali IRPEF e altre imposte comunali in un unico tributo: il Governo Renzi ha confermato ai Comuni l’arrivo della tassa unica, delineandone i contorni e lastricando la via per una liberalizzazione delle aliquote. Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta ha definito una «richiesta ragionevole» l’esclusiva titolarità dei Comuni sulla nuova imposta. Citando testualmente le parole del Premier Matteo Renzi – riportate dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio,Graziano Delrio, a margine dell’assemblea ANCI – tutto questo sarebbe applicato in nome di una:

«Completa autonomia fiscale dei Comuni».


Permettere di stabilire in massima autonomia le regole per l’applicazione di imposte gravose come IMU e TASI, che finirebbero accorpate con altri tributi locali nella Local TAX, vorrebbe dire si sta davvero andando verso l’abolizione dei tetti alle aliquote. E per capire se la Local Tax si applicherà già dal 2015 bisogna seguire in questi giorni i lavori sulla Legge di Stabilità, anche se in realtà gli emendamenti sono già stati presentati e i tempi di approvazione son così stretti che è plausibile ipotizzare che il Governo imponga l’ennesima fiducia blindando il testo.

Local Tax

Dopo le proteste dei sindaci sui tagli imposti dalla Legge di Stabilità - secondo i calcoli IFEL le riduzioni sarebbero pari ad una cifra compresa fra 3,5 e 3,7 miliardi - le cose hanno preso una piega decisamente favorevole per i Comuni, un po’ meno per i contribuenti. In pratica, la ricetta di semplificazione per il cittadino promessa da Matteo Renzi si tradurrebbe nel dare carta bianca ai Comuni:

 «Noi vi diamo degli obiettivi e voi fate come vi pare, è evidente che poi ne risponderete di fronte ai cittadini».

Più gettito ai Comuni

Nei giorni scorsi la CGIA di Mestre aveva già proposto i calcoli in base ai quali la Local Tax potrebbe portare nelle casse dei comuni circa 31 miliardi di euro, così ripartiti:

·         IMU e TASI: 18,8 miliardi;

·         Tassa rifiuti (TARI): 7,3 miliardi;

·         Addizionale IRPEF: 4,3 miliardi;

·         Imposta di scopo: 14 milioni di euro;

·         Imposta di pubblicità: 426 milioni di euro;

·         Imposta di soggiorno: 105 milioni di euro;

·         Occupazione spazi e aree pubbliche (TOSAP): 218 milioni di euro.

La somma è pari a 31,2 miliardi, che rispetto all’attuale sistema di tassazione avrebbe il vantaggio di essere incassata con un’unica imposta. L’obiettivo dichiarato, però, non era certo aumentare le tasse locali ma semplificare la vita ai cittadini, come auspicato dal segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi:

«L’eventuale semplificazione della tassazione comunale renderebbe più facile pagare le tasse: una richiesta che ormai tutti i cittadini invocano. Ma oltre a semplificare bisogna anche ridurle, visto che per l’anno in corso la tassazione sulla casa ha assunto dimensioni non più sostenibili».

Aliquote

Ai Comuni verrebbe poi lasciata anche la possibilità di introdurre ulteriori sgravi, basati sull’ISEE, oltre a quelli che dovrebbero essere reintrodotti. In sostanza oltre ad unificare l’imposta sugli immobili in una “local tax” si potrebbe assistere al ritorno dellealiquote standard e detrazioni fisse sulle abitazioni principali così come era stato inizialmente previsto per l’IMU (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con meno di 26 anni).

Fondamentalmente la nuova imposta dovuta deriverà dalla somma delle aliquote IMU e TASI, ma ancora non si sa se verrà o meno previsto un tetto complessivo del 10,6 per mille, eventualmente incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille, o si lascerà mano libera ai Comuni. L’aliquota standard potrebbe essere portata ad valore tra il 3,3 per mille, il massimo applicato nel 2014, ed il 4 per mille dell’IMU 2012 così da compensare la riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale.

Affitti

Novità anche per chi ha una casa in affitto: dal prossimo anno potrebbe essere cancellata la quota a carico degli inquilini in caso di immobili ad uso abitativo. Quota che invece resterebbe a carico di imprese ed esercenti, in caso di affitto dei locali, integrando nella “local tax” tributi minori come quelli sulle affissioni.

TARI

Per ora, visti i tempi stretti per la definizione della nuova “local tax”, che il Governo vuole rendere operativa già dal 2015, rimarrà fuori dall’imposta unica sugli immobili laTARI, la tassa sui rifiuti che prevede modalità di calcolo molto sono diverse non prendendo in considerazione la rendita catastale dell’immobile

FONTE PMI Barbara Weisz 10 novembre 2014

martedì 4 novembre 2014

Iva, Irpef, Irap, Ires: le scadenze fiscali di novembre

Per dare un’idea delle scadenze fiscali che ci attendono a novembre, la metafora dell’ingorgo è troppo debole. L’immagine di un incolonnamento sulla Salerno-Reggio Calabria a mezzogiorno di Ferragosto, forse, rende meglio. Gli adempimenti a cui sono chiamati questo mese i contribuenti italiani arrivano a quota 221 tra versamenti, comunicazioni e dichiarazioni a vario titolo in materia di Iva, Irpef, Irap, Ires, cedolare secca e altro ancora. La data più importante da ricordare è senz’altro il 17 novembre, termine ultimo per i versamenti mensili delle ritenute fiscali, per le rate di Unico e per l'Iva periodica. Ma il calendario è più complesso. Ecco uno schema:

10 NOVEMBRE

- Imposta di bollo: istituti di credito, Sim, altri intermediari finanziari, società fiduciarie devono versare in modo virtuale dell'imposta di bollo relativa agli assegni circolari in circolazione alla fine del terzo trimestre 2014.

- Doppia scadenza per Caf e professionisti abilitati: consegna a dipendenti e pensionati del modello 730 integrativo e del prospetto di liquidazione modello 730/3 integrativo; trasmissione telematica all'Agenzia delle Entrate dei dati contenuti nelle dichiarazioni integrative 730/2014 e i relativi modelli 730-4 integrativi.

14 NOVEMBRE

- Termine ultimo per la comunicazione delle minusvalenze su partecipazioni di ammontare superiore a 50mila euro derivanti da operazioni su azioni o altri titoli negoziati. La scadenza riguarda i soggetti Ires (società di capitali, SpA, Srl, Cooperative, Sapa, enti pubblici e privati diversi dalle società, Istituti di credito, Sim e altri intermediari finanziari, società fiduciarie e enti che svolgono attività commerciali e non).

17 NOVEMBRE

- Irpef: pagamento a titolo di saldo per il 2013 e/o di primo acconto per il 2014, più relative addizonali.

- Iva: versamenti relativi al terzo trimestre, al mese precedente o a titolo di saldo per il 2013.

- Irap: rata a titolo di saldo per l'anno 2013 e di primo acconto per l'anno 2014.

- Cedolare secca: imposta sostitutiva nella forma della a titolo di saldo per il 2013 e di primo acconto per il 2014.

- Ires: versamenti a titolo di saldo per l'anno 2013 e di primo acconto per l'anno 2014.

- Sostituti d’imposta: versamento delle ritenute alla fonte operate nel mese precedente.

- Versamenti imposte sostitutive.

- Contribuenti Iva con obbligo di liquidazione mensile/trimestrale: presentazione della comunicazione dei dati contenuti nelle dichiarazioni d'intento ricevute per le quali le operazioni effettuate senza applicazione d’imposta sono confluite nella liquidazione con scadenza 16 novembre.

- Ravvedimento: ultimo giorno utile per la regolarizzazione dei versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 ottobre 2014, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta al 3%.

- Adempimenti contabili relativi alla registrazione di fatture differite, delle operazioni per le quali è rilasciato lo scontrino fiscale o la ricevuta fiscale.

- Titolari di pensioni non superiori a 18mila euro annui: scadenza per chiedere al proprio ente pensionistico di pagare il canone Rai dal 2015 tramite ritenuta sulle rate della pensione.

25 NOVEMBRE

- Intrastat: scadenza per gli operatori intracomunitari con obbligo mensile, che devono presentare gli elenchi riepilogativi (Intrastat) delle cessioni e/o acquisti intracomunitari di beni, nonché delle prestazioni di servizi intracomunitari effettuati nel mese precedente.

E A DICEMBRE?

Superato questo novembre da incubo, ai contribuenti non saranno concesse nemmeno 24 ore di pausa. Il primo dicembre, infatti, scadranno gli anticipi delle imposte in acconto per il 2014, come l'Ires dal 101,5% fino al 130% per banche e assicurazioni o come l'Irpef al 100%. Il 16 dicembre sarà la volta del saldo di Imu e Tasi. Il 27 toccherà invece al versamento dell'acconto Iva, mentre il 29 ed il 18 dicembre scadranno i termini per le presentazioni tardive rispettivamente dei modelli Unico e dei 770. Senza dimenticare l'ultima rata Tari nei Comuni che la prevedono.

Da qua a fine anno, in tutto, gli adempimenti sono oltre 400. I più colpiti, come sempre, sono i titolari di partite Iva, con 119 scadenze per imprenditori, artigiani e commercianti e 117 per i professionisti. Le società di capitali seguono con 100, mentre lavoratori dipendenti e pensionati chiudono il podio con 51 adempimenti. Il tutto, ricordiamo, nel giro di due mesi.  
 

TARI prorogata nei Comuni in ritardo

 TARI senza esoneri per i contribuenti: per i Comuni senza delibera in arrivo la proroga.

Per i Comuni italiani che non sono riusciti a deliberare le aliquote TARI entro la scadenza del 30 settembre è allo studio del Governo una proroga. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, in occasione del question time alla Commissione Finanze della Camera.

Termini tributi locali

In teoria, la riapertura dei termini per deliberare potrebbe vedere coinvolti, oltre alla TARI, altri tributi stabiliti a livello comunale, compresa la TASI.

=> TASI, TARI e IMU: calendario scadenze e pagamenti

In generale è previsto che i regolamenti comunali in materia di tributi locali vengano adottati entro il termine fissato per l’approvazione dei bilanci di previsione, ossia entro il 30 settembre per l’anno in corso. Per le delibere TASI i sindaci avevano avuto tempo fino al 10 settembre, ma 600 Comuni non hanno deliberato in tempo e si sono trovati costretti ad accontentarsi dell’aliquota base dell’1 per mille.

=> TASI, IMU e TARI: elenco ufficiale delibere e aliquote 2014

Proroga TARI
Ora però queste realtà potrebbero avere una seconda chance, anche se in realtà l’obiettivo del Governo è di consentire un extra time per la sola TARI. Per imprese e contribuenti la speranza è che non si riaprano i termini per la TASI, costringendoli a mettere nuovamente mano ai calcoli, ma solo per la TARI, i cui conti vengono effettuati direttamente dai Comuni che poi inviano i bollettini di pagamento pre-compilati. Il motivo per cui il Governo pensa ad una proroga per la TARI è che a differenza di quanto avviene per IMU e TASI, per le quali in caso di mancata delibera vengono applicate rispettivamente l’aliquota dell’anno precedente e quella base, per la TARI non esiste una soluzione “paracadute” per i Comuni.

=> TARi 2014: novità e istruzioni

Riscossione TARI anche senza tariffe

Per questo i circa 650-700 Comuni che non hanno provveduto nei termini a emanare piano finanziario, regolamento e tariffe, provvedimenti essenziali per riscuotere la nuova tassa sui rifiuti, hanno chiesto al Governo di concedere un’ulteriore proroga dei termini. Durante il question time alla Camera, Baretta ha dichiarato che gli uffici ministeriali
«Hanno allo studio una proposta di norma volta a consentire ai Comuni, che non hanno istituito la TARI nel termine del 30 settembre 2014, di procedere comunque alla riscossione della tassa dovuta a fronte del servizio di gestione dei rifiuti che deve essere necessariamente reso».
Il provvedimento che riaprirebbe i termini per le delibere sulla TARI potrebbe arrivare come emendamento alla Legge di Stabilità 2015, o come un nuovo e autonomo intervento normativo d’urgenza.
FONTE PMI

lunedì 3 novembre 2014

Sblocca Italia quasi definitivo: il nuovo testo

Passa all'esame del Senato il Decreto Sblocca Italia, dopo il sì della Camera: i punti principali.

Approvato alla Camera con i 278 voti favorevoli, 161 contrari e 7 astenuti il Decreto Sblocca Italia (Decreto n. 133/2014), che ora passa all’esame del Senato, dove dovrà essere approvato entro il prossimo 11 novembre. Sono state 50 le correzioni apportate al Disegno di Legge C2629-A/R, di conversione del D.L. n. 133/2014 “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive” dalla Ragioneria di Stato, recepite dalla Commissione Bilancio, ora il testo si può sostanzialmente ritenere definitivo.
Misure cancellate
Le misure che in questo passaggio sono state cancellate riguardano l’abbassamento dell’IVA dal 10% al 4% sul recupero edilizio, l’estensione della defiscalizzazione alle autostrade in esercizio e il raddoppio da 50 a 100 milioni del fondo per le calamità naturali. Di contro non è stata alzata l’IVA sulle case di nuova costruzione, dal 4 % al 10%.
Misure approvate
Il testo del Decreto Sblocca Italia approvato alla Camera presenta oltre 200 modifiche a fronte dei 2.200 emendamenti presentati e degli oltre 1.200 votati. Le misure approvate riguardano nello specifico:
·         le opere interne e la Comunicazione di Inizio Lavori (CIL), per la manutenzione straordinaria invece della SCIA a patto che venga fornita un’ulteriore dichiarazione del tecnico che attesti la compatibilità antisismica dell’intervento;
·         la sanatoria delle domande presentate via internet per i debiti della PA, la Cassa depositi e prestiti dovrà accogliere anche le domande pervenute oltre il limite massimo “a causa di errori meramente formali relativi alla trasmissione telematica”;
·         la Banda larga, da luglio 2015 sarà obbligatoria la predisposizione al collegamento alla fibra ad alta velocità all’interno di ogni nuovo edificio costruito;
·         il bonus IRPEF, la deduzione del 20% della spesa per l’acquisto di immobili dal reddito spetta, nel limite massimo di 300 mila euro, nel caso in cui l’immobile venga affittato per un periodo continuativo di almeno 8 anni, il contratto di locazione deve essere a canone concordato e non può essere stipulato tra genitore e figlio, l’edificio non deve essere ubicato nelle zone di carattere storico, artistico, particolare pregio ambientale o destinate a impianti industriali e usi agricoli;
·         il Patto di Stabilità, per le piccole opere viene allentato il Patto di Stabilità interno, per le opere segnalate dai sindaci al Governo ma anche per quelle immediatamente cantierabili.

giovedì 30 ottobre 2014

Bonus Ristrutturazioni ed Energia: ritenuta 8% nel...



 
Raddoppia la ritenuta d'acconto che banche e poste operano sui bonifici di pagamento dei lavori di ristrutturazione ed efficienza energetica agevolati: la misura nella Legge di Stabilità 2015.
 
I contribuenti che faranno nel 2015 lavori di ristrutturazione edilizia o di recupero energetico utilizzando le agevolazioni o usufruendo del bonus mobili, continueranno ad applicare le aliquote di detrazione fiscale 2014, prorogate dalla Legge di Stabilità, ma con raddoppio della ritenuta d’acconto: dal 4 all’8%. Lo stabilisce la manovra economica, all’articolo 44, comma 27.

=> Scarica il testo della Legge di Stabilità 2015

Detrazioni 50% e 65%

Le detrazioni edilizie, il bonus energia e il bonus mobili sono stati confermati nelle misure del 50 e del 65%, con le stesse regole del 2014 e senza far scattare le riduzioni previste dalla Legge di Stabilità dello scorso anno e gli articoli 14 e 16 del DL 63/2013.

Ritenuta d’acconto 8%

Il Ddl Stabilità 2015 va invece a cambiare l’articolo 25, comma 1 del Dl 78/2010, in base al quale nel momento con cui il contribuente effettua il bonifico all’impresa che ha eseguito i lavori, intendendo poi usufruire dell’agevolazione fiscale, la banca o Poste Italiane effettuano la ritenuta fiscale. Inizialmente era pari al 10%, poi era scesa al 4% nel 2011 e ora la Legge di Stabilità la riporta all’8% dal prossimo 1 gennaio.

=> Aumento IVA e tasse nascoste nella Legge di Stabilità

Attenzione: la ritenuta si trattiene solo nel caso in cui il contribuente intenda avvalersi delle detrazioni sulle ristrutturazioni e di conseguenza, nel momento in cui effettua il bonifico, segue tutte le indicazioni del caso (citando quindi gli estremi della legge che concede le detrazioni, il codice fiscale o la partita IVA del beneficiante, ecc.).
Sui bonifici per lavori non agevolati non si trattiene alcuna imposta. Si ricorda che il momento rilevante, ai fini fiscali, è quello in cui viene effettuato il pagamento e non quello in cui il beneficiario (l’impresa che ha eseguito i lavori), riceve la somma. Quindi, i bonifici effettuati entro il prossimo 31 dicembre continueranno ad avere la ritenuta al 4%, mentre dal primo gennaio, con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015, l’aliquota salirà all’8%.

Leggi La Voce degli Anziani : Bonus Ristrutturazioni ed Energia: ritenuta 8% nel...

sabato 25 ottobre 2014

Il condominio cambia volto. Arriva il nuovo Regolamento edilizio a Milano

Le novità introdotte dal Nuovo Regolamento Edilizio milanese, di prossima pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Lombardia, stanno suscitando perplessità e non poche preoccupazioni per i cittadini lombardi.

Le novità. Numerose sono le novità introdotte dal Regolamento edilizio. Molte norme hanno però sollevato una serie di dubbi. Ecco una breve analisi.
Certificato di staticità. Il già dichiarato obbligo della verifica statica e del relativo certificato per gli immobili entro i 50 anni dalla data del primo collaudo, aveva trascinato un nuvolo di polemiche in quanto l'operazione (da affidarsi ad un tecnico specializzato) comporterà costi a carico del privato.
L'obbligatorietà di allegare il certificato di staticità al fascicolo fabbricato (entro 5 anni), rientra in una politica della giunta milanese che guarda al recupero, riuso, messa in sicurezza e lotta al degrado e che prevede anche altri provvedimenti.
Si parte dall'attribuzione di uso pubblico per tutte quelle aree ed immobili in disuso o in stato di abbandono da oltre cinque anni e per i quali i proprietari vengono diffidati dall'eseguire opere di pulizia, ripristino e messa in sicurezza; gli stessi dovranno presentare un progetto di recupero/riuso/manutenzione dell'immobile/area, con relative indicazioni sulle modalità e le tempistiche per la realizzazione; superato il termine, il Comune provvederà ad eseguire gli interventi in via sostitutiva con spese a carico dei proprietari che dovranno provvedere al rimborso dovuto entro 30 giorni.
Riqualificazione del patrimonio edilizio. Per quanto riguarda invece il riuso e la riqualificazione degli immobili, il nuovo regolamento prevede delle premialità volumetriche per tutti quegli edifici ad alta efficienza energetica o che puntino alla demolizione/ricostruzione dell'esistente (bonus del 5% di s.l.p. edificabile per l'edilizia sociale) p al risanamento conservativo che guardi all'efficientamento energetico (in particolare per i beni di interesse storico/artistico, con bonus pari al 15%).
Inoltre, al fine di recuperare spazi, superfici e risparmiare superficie edificabile, si punta a favorire la creazione di mini alloggi, al recupero dei seminterrati e dei locali con unico affaccio e ad agevolare la creazione di bagni ciechi per consentire l'abitabilità di piccoli locali. Relativamente ai mini alloggi, sarà consentita una superficie minima di almeno 28 mq. (con indicazioni sulle superfici minime consentite per le camere da letto, 8 mq. singolo, 12 mq. doppio e del soggiorno, 14 mq., 17 mq. con angolo cottura. Il recupero dei seminterrati, invece, prevede la concessione dell'agibilità per quelli con altezza maggiore/uguale a 2,7 mt., con più finestrature e con requisiti igienico/sanitari adeguati. Per quelle unità immobiliare superiori a 60 mq., è data la possibilità di realizzare bagni ciechi con aspirazione forzata di dimensione minima di 1,20 mt. per almeno una parete.
Cosa cambia per i condomini? Altre disposizioni sono previste invece per i condomini. Questi, infatti, dovranno obbligatoriamente rivedere gli spazi comuni e renderli accessibili e fruibili dai bambini, oltreché prevedere adeguate aree da destinare al parcheggio di biciclette (per le nuove costruzioni vengono imposti vincoli di parcheggio/sosta bici per valori pari a 1 per ogni unità immobiliare e 1 ogni 100 mq. di superficie pavimentata). Tornando ai cortili condominiali, questi dovranno dotarsi di attrezzature espazi delimitati per il gioco e lo svago dei bambini (anche se limitatamente agli orari stabiliti dai vari regolamenti condominiali).
Infine, guardando al rispetto del decoro per gli immobili e a quello dell'impatto visivo ambientale, tutti gli edifici multipiano (e non solo) dotati di impianti centralizzati tradizionali, dovranno prevedere un'unica parabola condominiale entro 3 anni dall'entrata in vigore del nuovo regolamento: saranno vietate, infatti, le installazioni di parabole sulle terrazze e sui balconi privati, sui comignoli e sulle parti immediatamente visibili.
Resta da capire se il regolamento ha previsto particolari obblighi o vincoli per l'installazione dei condizionatori, spesso sistemati sulle facciate dei palazzi, al di sotto delle finestre o sui balconi: queste macchine inficiano non poco la linearità dei prospetti e dal punto di vista del decoro architettonico, hanno un impatto pari, se non maggiore, a quello delle parabole.


Fonte http://www.condominioweb.com/nuovo-regolamento-edilizio-milanese.11413#ixzz3H9uGlyHZ 
www.condominioweb.com 

Lo Sblocca Italia blocca le ristrutturazioni a Napoli

Chiesti gli oneri di urbanizzazione per le manutenzioni straordinarie che non comportano aumento volumetrico
Con l'intento di facilitare i frazionamenti e gli accorpamenti delle unità immobiliari, il Decreto Sblocca Italia 133/2014 con l'articolo 17 ha ampliato la definizione di manutenzione straordinaria, consentendo di realizzare accorpamenti e frazionamenti con il semplice strumento della comunicazione di inizio lavori (Cila) asseverata, anziché con il permesso di costruire. In questo modo la manutenzione straordinaria sconterebbe il contribuito commisurato agli oneri di urbanizzazione, restando esentata dalla quota relativa al costo di costruzione.
Sono interventi di manutenzione straordinaria, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino la volumetria complessiva degli edifici e non comportino modifiche delle destinazioni d'uso.
Con l'introduzione dell'art. 17  comma 1 lettera h, nell’ambito degli interventi di manutenzione straordinaria sono ricompresi anche quelli consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere anche se comportanti la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico purché non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’uso, ivi compresa l’apertura di porte interne o lo spostamento di pareti interne, sempre che non riguardino le parti strutturali dell’edificio

PRIMA DELLO SBLOCCA ITALIA. Le norme urbanistiche precendenti prevedevano invece che per effettuare accorpamenti e frazionamenti era necessario ricorrere al permesso di costruire che, oltre ad avere tempi molto più lunghi, consentiva ai comuni di chiedere gli oneri di costruzione non invece per la manutenzione straordinaria.
COSA SUCCEDE A NAPOLI? Una semplificazione utile dunque per il mondo dell'edilizia, se non fosse che, proprio sulla definizione di "manutenzione straordinaria", sono sorti diversi problemi di interpretazione, perché su questo punto lo sblocca Italia è stato interpretato da alcuni comuni come se la manutenzione straordinaria venisse gravata da oneri di urbanizzazione.
Il periodo dolente è quello dell' comma 1 lettera H nel quale si specifica che per gli "immobili di proprietà dello stato" nonché per gli interventi di "manutenzione straordinaria", il contributo di costruzione vien ridotto alla sola quota degli oneri di urbanizzazione qualora si attivino dei programmi di edilizia sociale.
Purtroppo alcuni comuni campani, soprattutto il Comune di Napoli, hanno interpretato in maniera estensiva l'articolo, ritenendo che gli oneri fossero dovuti invece nell'interezza per tutte le manutenzioni straordinarie. Così capita di richieste di oneri di urbanizzazione anche nel caso in cui la volumetria non venga aumentata. Ovviamente la norma ha lasciato interdetti i professionisti che ritengono improbabile il pagamento di oneri per opere che non alterano il carico urbanistico, come cambiare una finestra o spostare una porta, tanto che aspettano la versione definitiva dello Sblocca Italia, ora alla Camera, per presentare le Cila. Uno sblocca Italia in formato Sblocca Napoli.
Se a Napoli ora fai una richiesta di Cil base per qualsiasi manutenzione straordinaria -  spiega un lettore del capoluogo partenopeo - il Comune ti fa pagare gli oneri di urbanizzazione. Si parla all'incirca di 2 euro al metrocubo, circa 600 euro per un trilocale. Probabilmente l'articolo 17 è stato male interpretato dalle municipalità, causando però un grosso problema al settore edile napoletano. 
A MILANO QUESTIONE SOSPESA. Nella speranza che si tratti semplicemente di un errore di interpretazione, a differenza del capoluogo campano, il Comune di Milano ha optato per il non recepimento della norma «contestata» nel nuovo regolamento edilizio, decidendo di aspettare la conversione in legge e successivamente capire se si tratta di un problema interpretativo o se riguarda veramente tutti gli interventi di manutenzione straordinaria.

giovedì 16 ottobre 2014

TASI 2014 prima e dopo la scadenza: il decalogo

TASI in 10 passi per i contribuenti chiamati alla cassa il 16 ottobre: i passi da seguire per pagare anche dopo la scadenza, con le regole, le guide e le risorse di calcolo online per i casi particolari.

Il 16 ottobre è l’ultimo giorno utile per pagare l’acconto TASI in circa mila Comuni, dove proprietari di immobili e inquilini sono chiamati a districarsi tra mille regole, aliquote, detrazioni e scadenze diverse. Ecco il decalogo semplice per i  circa 15 milioni di contribuenti coinvolti nell’adempimento, semplificando il più possibile la vita a chi deve pagare, anche in ritardo con maggiorazioni.
1. Scadenza TASI
La prima cosa da fare è controllare se il proprio Comune è fra i 5.227 che hanno deliberato in tempo per l’acconto TASI del16 ottobre, ossia entro il 10 settembre. Negli oltre 2mila in cui si è già pagato in giugno l’appuntamento è invece con il saldo entro il 16 dicembre, quando pagheranno in un’unica rata anche i contribuenti che risiedono nei circa 600 Comuni che non hanno deliberato in tempo.
2. Imponibile TASI
Una volta verificato che si deve pagare, bisogna capire quanto. Prima di consultare le delibere, bisogna calcolare l’imponibile TASI a cui applicare le aliquote (stesse regole IMU): rendita catastale rivalutata del 5% (per i terreni agricoli, reddito dominicale rivalutato del 25%) moltiplicato il coefficiente dell’immobile
Tipologia immobile
Categoria catastale
Coefficiente TASI
Abitazione principale
A1-A9
160
Uffici e studi privati
A10
80
Collegi e convitti; Case di cura (senza fini di lucro); Prigioni e riformatori; Uffici pubblici; Scuole; Biblioteche e musei; Cappelle e oratori privati; Magazzini sotterranei di deposito derrate
B1-B8
140
Negozi e botteghe
C1
55
Depositi, cantine e soffitte
C2
160
Laboratori artigianali, palestre senza fini di lucso, stabilimenti balneari
C3-C5
140
Posti auto, tettoie
C6, C7
160
Opifici, alberghi, teatri, case di cura con fine di lucro, palestre con fine di lucro, fabbricati speciali per attività produttive e commerciali, edifici galleggianti, fabbricati per attività produttive agricole
D1-D4, D6-D10
65
Banche
D5
80
Terreni agricoli
135
Terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti e agricoltori professionali
75

3. Aliquote TASI
A questo punto si deve applicare la corretta aliquota per il proprio immobile, consultando la delibera comunale che deve attenersi alla regola generale sui tetti massimi:
·         Prima casa: 0,25% /0,33%  (con maggiorazione massima dello 0,08%)
·         Prime case di lusso (A1-A9): 0,33% con somma IMU+TASI fino a 0,68%
·         Altri immobili (somma TASI+IMU): 1,06% / 1,14%  (con maggiorazione massima dello 0,08%)
Nel calcolo sulle prime case bisogna inserire anche le pertinenze, massimo tre ma solo se appartenenti ciascuna a categorie catastali diverse. Forniamo di seguito alcuni materiali utili:
4. Detrazioni
Dopo aver applicato l’aliquota bisogna vedere se ci sono detrazioni, previste per legge laddove il Comune ha applicato maggiorazioni. L’unico modo per verificarlo è leggere la delibera del Comune (i simulatori online non riescono in genere a tenesi aggiornati su tutti, quindi vanno inserite a mano). Ecco una sintesi, per districarsi nel labirinto delle detrazioni:
5.  TASI sulle locazioni
Anche gli inquilini devono pagare la TASI, privati e aziende, con una quota a loro carico che va dal 10 al 30% a seconda del Comune. Se in delibera non c’è nulla di specifico, si applica il 10%. L’aliquota di riferimento è quella che vale per il proprietario. Diversamente il caso se il Comune ha previsto un’aliquota ad hoc per le locazioni.
6. Casi particolari
Esiste una ricca casistica di situazioni specifiche con applicazione dubbia dell’imposta (abitazione assegnata al coniuge, immobili con più proprietari o con diversi inquilini, divisione quote fra proprietario e inquilino…). Per districarsi, ecco alcune risorse utili:
7. Calcolo TASI
6) A questo punto, sono state applicate tutte le variabili utili a calcolare la TASI, che va pagata in acconto nella misura del 50% (il resto a dicembre). Per aiutare i contribuenti, PMI mette a disposizione uno strumento online, in cui inserire tutti i dati per ottenere la somma finale da versare. Per non sbagliare, infatti, ci si può affidare ai diversi software di calcolo TASI online:
8. Esenzioni
Oltre ai casi di esenzione in virtù di una scelta dei Comuni (se hanno deliberato TASI zero) non bisogna pagare l’imposta se l’importo dovuto è inferiore al minimale di 12 euro (o anche più, se il Comune ha deciso diversamente).
9. Versamento
Il pagamento dell’imposta sui servizi indivisibili si esegue con le stesse modalità dell’IMU, con modello F24 o tramite bollettini postali. Di seguito, i link con le istruzioni per la compilazione.
10. TASI in ritardo
Per chi paga dopo il 16 ottobre scattano le sanzioni per il pagamento ritardato. Chi effettua il versamento nei successivi 14 giorni (fino al 30 ottobre) può ricorrere alravvedimento operoso sprint, con mini sanzione dello 0,2% per ogni giorno di ritardo, a cui aggiungere gli interessi legali sempre dell’1% (verificare eventuali diverse soglie nel proprio Comune). Trascorso il termine scatta il ravvedimento breve fino al 30esimo giorno dalla scadenza (15 novembre), con sanzione del 3%. Se ci si mette in regola dopo il mese ma fino al 30 giugno 2015, si ricorre al ravvedimento lungo con sanzione del 3,75%. Da quel momento in poi scatta la normale sanzione per ritardato od omesso versamento: 30% della tassa non pagata.
Per il quadro completo di tutta Italia: Le delibere sul sito delle Finanze
FONTE PMI BARBARA WEISZ 16 ottobre 2014