I calcoli di Confcommercio e UIL sul peso della TASI per le imprese: ecco quanto si pagherà Comune per Comune.
La quasi totalità delle imprese del terziario (94,1%) dichiara di avere
sempre più difficoltà a fronteggiare gli adempimenti fiscali e tra le tasse che
stanno causando crisi maggiori dal punto di vista finanziario c’è la TASI, segue a stretto giro la TARI. La scadenza fiscale per il versamento della tassa sui servizi indivisibili
nel Comune, lo ricordiamo è fissata al 16 ottobre, mentre per la nuova
imposta sui rifiuti è necessario attendere il bollettino precompilato dal
Comune.
TASI Comune per Comune
Ad effettuare una simulazione del costo medio TASI pagato
dalle imprese, Comune per Comune, è stata la UIL:
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a Siena 429 euro;
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a Roma 391 euro;
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a Firenze 346;
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a Bari 338;
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a Foggia 326;
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a Como 321;
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a Trieste 309;
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a Milano 300;
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a Monza 299;
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a Pisa 287 euro;
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a Palermo 115 euro;
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a Biella 111 euro;
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a Nuoro 88 euro;
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a Cosenza 82 euro;
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a Matera 79 euro;
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a Potenza 65 euro;
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a Cesena 60 euro;
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a Catanzaro 57 euro;
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ad Ascoli Piceno 46 euro;
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ad Asti 19 euro.
Ragusa e Olbia sono città a TASI
zero.
TASI
Secondo le rilevazioni di Confcommercio-Imprese per l’Italia, effettuate in
collaborazione con Format Ricerche, a 5 giorni dalla scadenza TASI solo il
26,9% delle imprese del terziario conosceva l’importo da versare e oltre il 60%
si trova in difficoltà nel pagare l’imposta a fronte di un evidente aumento dei
costi burocratici.
Secondo il 74,3% delle imprese coinvolte nell’indagine intitolata “L’autunno
del Fisco” il problema consiste in primo luogo nell’importo della TASI, considerato troppo ingente, mentre il 64,8% è stato messo a dura prova
dalla concentrazione delle scadenze nell’ultimo periodo dell’anno.
TARI
A breve, inoltre, le imprese dovranno pagare anche la TARI,
di cui la gran parte non conosce ancora l’importo visto che il 70% del campione
non ha ancora ricevuto i bollettini precompilati da parte del proprio Comune.
Anche per la TARI il problema principale risiede nel suo importo, ritenuto
dall’86% delle imprese iniquo: la sua introduzione comporterà per 1 impresa su
4 un aggravio di oltre il +100%
rispetto al passato.
Pressione fiscale
In generale la pressione fiscale che grava sulle imprese, soprattutto quelle del terziario di mercato, non
accenna a diminuire e negli ultimi due anni ha inciso negativamente sull’80%
delle aziende limitandone la crescita e la possibilità di
fare investimenti e nuove assunzioni.
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