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mercoledì 29 gennaio 2014

Dietro al terremoto dell’Inps spunta la guerra del mattone Ecco chi vuole spartirsi la torta

by LANOTIZIAgiornale.it

di Stefano Sansonetti  

Una partita immobiliare miliardaria, senza esclusione di colpi. Al momento sembra essere sfuggita ai radar, ma la questione potrebbe aver giocato un ruolo non marginale nel terremoto che nei giorni scorsi ha investito il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, finito sul registro degli indagati per la vicenda dei presunti rimborsi gonfiati all’Ospedale Israelitico. Vicende apparentemente separate, ma forse legate in quella guerra di potere che potrebbe aver preso di mira il numero uno dell’ente previdenziale. Chi gestisce l’immenso patrimonio immobiliare dell’Inps? Una domanda a cui molti vorrebbero rispondere, visto che si tratta di circa 13 mila immobili ereditati dalla fallimentare esperienza di Scip 2, il cui valore è stato stimato in 1,5 miliardi di euro. Ebbene, su questo bendidio di proprietà dell’Inps si è scatenata una guerra tra due colossi del mattone come Prelios e Romeo Gestioni. Con effetti che però si sono allargati ad altri centri del potere finanziario.
La vicenda
Diciamo subito che ben tre anni fa l’Inps ha predisposto una gara per la gestione del suo ingente mattone. Non roba da poco, perché oggetto della commessa sono attività come la gestione dei rapporti con gli inquilini, il recupero delle morosità pregresse, la manutenzione degli immobili e una generale attività di valorizzazione del patrimonio. Insomma, servizi assolutamente indispensabili per rendere più redditizio un patrimonio praticamente abbandonato a se stesso, dal quale l’Inps ricava poco o nulla. Per i big del mattone è un’occasione d’oro, non solo perché la commessa vale 44 milioni di euro in tre anni, ma anche perché si tratta solo di una tappa che dovrebbe portare alla costituzione di un vero e proprio fondo immobiliare legato all’Inps a cui conferire gli asset. Questo era il progetto di Mastrapasqua, nel frattempo diventato presidente di Idea Fimit, uno dei più grossi gestori di fondi immobiliari, con un evidente rischio di conflitto d’interessi. E qui si scatena la bagarre, con un mucchio di offerte arrivate all’ente previdenziale. Il quale, nel maggio 2012, giunge a un’aggiudicazione provvisoria: l’appalto viene assegnato a un raggruppamento guidato da Prelios, l’ex Pirelli Re, oggi di fatto guidata e controllata da Massimo Caputi in compagnia di Intesa, Unicredit e della Camfin di Marco Tronchetti Provera. Con Prelios mettono le mani sulla commessa anche altri pezzi da novanta del mattone come Gabetti (tra i cui soci forti c’è il gruppo Marcegaglia), ExitOne (che tramite il gruppo Sti fa capo all’immobiliarista torinese Ezio Bigotti) e Siram, direttamente riconducibile al colosso francese Veolia.
La guerra
All’aggiudicazione definitiva si arriva un anno dopo. A prevalere è sempre il raggruppamento guidato da Prelios, sul quale però si abbatte il ricorso della Romeo Gestioni, finita dietro ai vincitori. La Romeo, che fa capo all’imprenditore Alfredo Romeo (in passato protagonista di diverse vicissitudini giudiziarie e recentemente assurto agli onori della cronaca come finanziatore di Matteo Renzi) fa ricorso al Tar, perdendo. Ma non si dà per vinta, e al Consiglio di Stato riesce a vincere, ottenendo la sospensione della procedura. Per i rappresentati del raggruppamento inizialmente vincitore si tratta solo di un cavillo formale. Per Romeo, invece, parliamo di una questione dirimente, in grado di rimettere totalmente in pista la società. La conclusione? Che dopo tre anni dall’indizione della gara siamo ancora in stand-by, con una gestione del patrimonio immobiliare dell’Inps che verosimilmente continua a non essere molto profittevole.
Il precedente
E pensare che la gara, oggi finita nel pantano, aveva proprio l’obiettivo si sbarazzarsi della fallimentare gestione condotta dalla Igei, la società immobiliare controllata al 51% dall’Inps. La parte restante del capitale, proprio a dimostrazione degli interessi che girano intorno al mattone previdenziale, fa capo a società private come la cooperativa rossa Cmc di Ravenna (9,6%), la Vianini del gruppo Caltagirone (9,6%) e la stessa Prelios (9,6%), che ha ereditato una vecchia partecipazione della società Cagisa, poi incorporata in Pirelli Re. La Igei, a conferma dei risultati non proprio brillanti, è in liquidazione nientemeno che dal 31 dicembre del 1996, ma ancora non si riesce a chiudere.
Un faro acceso
Di sicuro la partita immobiliare, secondo quanto risulta a La Notizia, ha fatto capolino ieri all’interno di una riunione del collegio sindacale dell’Inps. E’ possibile, secondo alcuni ragionamenti, che gli interessi scatenati dalla commessa abbiano influito sul terremoto che ha colpito Mastrapasqua. L’obiettivo di far confluire il pacchetto immobiliare all’interno di un fondo ad hoc, forse, non è stata digerita da alcuni grossi gestori. Chissà, magari è solo uno spicchio di verità. Di sicuro sul mattone dell’Inps è in atto una guerra.

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